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Come si filtra il vino? Le tecniche più importanti

Quella del filtraggio è una pratica enologica che si utilizza anzitutto per eliminare le fecce prima della fermentazione alcolica o dopo la refrigerazione, poi per la pastorizzazione e anche per il pre-imbottigliamento. C’è da dire che il risultato finale del vino dipende per una parte non trascurabile dalla tecnica che si sceglie di utilizzare e dall’apparecchiatura più adatta.

Meccanismi di filtrazione

Due sono i meccanismi principali per la filtrazione: la filtrazione di superficie (per setacciamento) che prevede l’arresto delle particelle grazie a pori più piccoli di esse. Procedendo, la filtrazione mostra un vino che si schiarisce e trova limpidezza diminuendo la portata. L’altra è la filtrazione di profondità (per assorbimento) che prevede l’arresto delle particelle per mezzo di un’attrazione che esercita la massa filtrante. Qui l’efficacia di filtrazione tende a diminuire col tempo in virtù delle impurità che, accumulandosi, riducono la possibilità di assorbire.

Come filtrare?

La filtrazione con deposito rappresenta la tecnica più semplice, quella in cui il liquido da filtrare si invia su uno specifico supporto di filtrazione, quasi sempre tela, che permette al liquido di passare pulito privo cioè delle particelle solide che si accumulano sulla tela.
Vi sono poi delle precise tecniche per uso professionale che vengono utilizzate nelle cantine come:

  • la filtrazione con alluvionaggio continuo caratterizzata da un sostegno a pori di grandi dimensioni che si riduce mediante l’aggiunta di una sostanza collante ( la cellulosa e polveri di rocce o silicati) si muove con azione di filtro. Essa consente un filtraggio ininterrotto anche per liquidi molto torbidi;
  • la filtrazione con cartoni filtranti caratterizzata dall’utilizzo di filtri resi tali da cartoni composti da una miscela di fibre di cellulosa e/o cotone e materiali capaci di assorbire;
  • la filtrazione su membrana caratterizzata da membrane che fungono da mezzo filtrante.

I filtri a membrane, grazie alla setacciatura, fermano le particelle più spesse. Essi compongono la filtrazione sterilizzante che, mediante il buon uso dell’apparecchiatura permettono alle membrane di rigenerarsi attraverso la circolazione controcorrente di acqua surriscaldata.

 

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