Rispetto agli ultimi 50 anni, oggi il mondo del vino è una realtà complessa e costellata di disciplinari che normano rigidamente le scelte dei produttori dalla terra alla bottiglia.
Avviare una cantina oggi significa stare alle regole del gioco, regole scritte in modo molto chiaro per quanto riguarda la produzione, cerchiamo di capire invece i trend e le tendenze della domanda di vino nel mondo. Ecco una guida sulle tipologie di vino particolarmente in voga.
Segmenti e trend in crescita nell’industria del vino del terzo millennio
Sebbene come detto non sia semplice entrare nell’industria del vino che conta, oggi, grazie alle analisi di mercato, è possibile evidenziare le possibilità di crescita che i produttori di vino globali stanno sfruttando con successo. Ironia della sorte, i vini più facili da produrre, ad esempio gli spumanti metodo Charmat o Martinotti (in particolare i Rosè), sono tra le tipologie di vino che crescono più rapidamente.
Vediamo nel dettaglio questi segmenti ad alto potenziale e cerchiamo di capire se si tratti di semplici trend o fattori di un cambio culturale.
L’autoclave che muove il mercato mondiale: Spumanti metodo Charmat – Martinotti
Il vino spumante rappresenta globalmente il 10% della quantità totale di vino prodotto all’anno, con l’Europa che ne produce l’80%. I maggiori consumatori di vino spumante sono anche coloro che ne producono la maggior parte, capitolo a parte meritano i mercati di Stati Uniti e Regno Unito che, pur con una produzione interna limitata, restano i più grandi importatori.
Tra i metodo Charmat, il Prosecco sta dominando la scena del vino spumante negli Stati Uniti, con un aumento delle vendite di oltre il 20%. Gli States importano vini italiani più di qualsiasi altro paese, e il Prosecco, arrivando ad un prezzo molto più basso rispetto allo Champagne, è una scelta eccellente per tutte i target di consumatori.
Un altro palcoscenico di elezione del Prosecco è il Regno Unito, il più grande mercato al mondo per la bollicina veneta. Il consumo in Regno Unito è impressionante: un terzo della quantità totale prodotta ogni anno di Prosecco viene consumato nelle terre della Union Jack! Analisti ed esperti ritengono però che si potrebbe aver raggiunto il “picco del prosecco”.
Aldilà delle vendite in calo del 5% dopo un lungo periodo di crescita, la Brexit incombente sta svalutando la sterlina diminuendone il potere di acquisto fino al 20%. Questo in soldoni significa che agli inglesi i prodotti di importazione costeranno un quinto in più del solito.
Questo fattore ha influito negativamente anche sul mercato degli altri spumanti internazionali, rivalutando invece le produzioni nazionali. Prendendo in esame solo le vendite degli spumanti inglesi, si legge che il 2018 è stato un anno record per il consumo di vino spumante locale in Regno Unito, quasi il doppio rispetto al 2013.
La quota Rosè nel mondo del vino: tra marketing e qualità
A metà strada tra il rosso e il bianco, il vino rosé sta vivendo un periodo di crescita mai visto prima. Pare che il principale propulsore della sua ascesa siano i social media e la presenza di bollicine rosa nei locali mondani e della vita notturna nelle coste del Mediterraneo. Inoltre celebrità come Brad Pitt e Angelina Jolie possiedono una cantina di vini rosé in Provenza e Drew Barrymore ne ha una in California.
Ad oggi il vino Rosè rappresenta circa il 10% della produzione vinicola mondiale, numeri similari a quelli degli spumanti. Nel 2018 le esportazioni dalla Provenza sono cresciute di oltre il 30%, mentre la produzione di rosati negli Stati Uniti è aumentata del 100%!
Questo mercato tuttavia per come è nato sembra avere limiti strutturali.
Il rosè è percepito come una bevanda estiva, divertente e versatile, quindi fortemente influenzato dalla stagionalità, un problema per i flussi di domanda che devono essere soddisfatti dai produttori. Inoltre dai sondaggi risulta che le donne consumino più rosé rispetto agli uomini, con il 40% dei consumatori di vino rosato negli Stati Uniti. Andando ancora più a fondo nell’analisi, pare che il target del vino rosato siano le donne di età compresa tra 21 e 34 anni, un segmento di mercato piuttosto limitato.
Ovviamente chi sta cercando di spingere su questo mercato particolarmente incline ai trend, sta stereotipando il calice di rosè. Una strategia particolare e fine che rende il vino rosato similare ad un gioiello o un accessorio da sfoggiare in foto, giocata tra social e riviste. Segnaliamo che esistono anche rosé distribuiti esclusivamente in lattina per attirare un segmento di mercato più abituato a bere bevande dalla lattina.
Neanche il vino è immune alla moda ed oggi il lato pop del vino è soggetto alle tendenze del mercato come qualsiasi altro prodotto, vivendo trend più o meno seguiti. Pare che il gusto per i rosè lo sia, non sappiamo per quanto ma sicuramente oggi è una buona scelta con cui presentarsi sul mercato.
Vini naturali, biologici e biodinamici: il lato green dell’industria vinicola mondiale
Si sentono un sacco di chiacchiere nel mondo del vino intorno al controverso segmento dei vini “bio“: vini naturali, biologici o biodinamici.
La crescita di queste produzioni è frutto di una domanda associata al più ampio trend del fitness, del green, che nel mondo occidentale sta prendendo sempre più piede, ma rimane ancora una percentuale ristretta del mercato e della produzione globale.
Nel 2017, circa il 4,5% dei vigneti nel mondo erano certificati biologici o biodinamici, per un totale di 316.000 ettari di superficie vitata. Queste coltivazioni hanno rese mediamente inferiori rispetto ai vigneti convenzionali, tuttavia, il vino prodotto da uve biologiche, è circa il 3% del totale prodotto. Bisogna anche considerare che molte uve biologiche sono trattate con prodotti chimici in cantina, quindi la vinificazione non porta a prodotti definibili biologici.
Al momento, i vigneti biologici sono concentrati in Europa per circa 281.000 ettari vitati (l’80% del totale mondiale), il 90% dei quali si trovano in tre paesi: Spagna, Francia e Italia.
Questi numeri giustificano tutte le chiacchiere sul bio nei vini?
Forse sì. In Francia le vendite di vino biologico sono cresciute del 20% negli ultimi sette anni, in Italia sta crescendo di oltre il 15% e ora i vini biologici costituiscono un quinto del mercato svedese del vino, uno di quelli in maggiore crescita.