Continuano i nostri approfondimenti sui migliori vini d’Italia, e dopo gli articoli dedicati ai rossi top del nostro Paese, oggi torniamo a interessarci a uno dei bianchi più pregiati, il Verdicchio. E se delle informazioni generali sul vitigno autoctono delle Marche abbiamo già scritto, in questo nuovo pezzo ci concentriamo più in dettaglio sulle annate del Verdicchio, per scoprire insieme quali siano le migliori.
Le caratteristiche del Verdicchio
Prima di addentrarci, però, è bene raccontare ancora qualche dettaglio sul vino bianco dell’Italia centrale, che si caratterizza innanzitutto per la versatilità, che lo rende capace di essere declinato in numerose versioni: troviamo infatti Verdicchio in tipologia spumante charmat o metodo classico, vino secco fresco e croccante o ancora riserva più profondo, fino a vendemmie tardive e soprattutto passiti. Il più apprezzato è probabilmente la variante di vino secco di pronto consumo, solitamente caratterizzato da bella freschezza, una struttura importante e sentori di fiori bianchi e note di mandorla e anice.
Le qualità del Verdicchio
Dai suoi territori di appartenenza, inoltre, questo vino cattura la sapidità, che si traduce in una componente di sapore che corrobora il finale di bocca; da questo punto di vista si distinguono le tipicità del terroir, visto che predomina l’aspetto roccioso o marittimo nelle versioni più austere del Verdicchio dei Castelli di Jesi, mentre nel Verdicchio di Matelica prevalgono mineralità di ciottoli e sale, che talvolta sorprendono con sbuffi idrocarburici in alcune versioni di Matelica. Altro fattore di curiosità è che al di fuori di questi due territori di elezione il Verdicchio non riesce a esprimersi a pieno.
Le annate del Verdicchio
Parlando delle annate del Verdicchio, invece, bisogna premettere che il vitigno matura piuttosto lentamente, e la sua raccolta si concentra normalmente tra inizio e metà settembre nello jesino, mentre tarda di qualche settimana a Matelica. Gli esperti spiegano che le migliori espressioni si ottengono di regola nelle annate più fresche, quando cioè le uve hanno il tempo di concentrare aromi e componenti negli acini, senza subire gli effetti nella calura; questa situazione genera anche maggiore differenza tra i vini delle diverse zone, sottolineando le caratteristiche tradizionali per cui i vini della riva sinistra sono più rotondi e floreali e quelli della riva destra più austeri e minerali.
Scopriamo le migliori annate del Verdicchio
Concentrandoci sugli ultimi trent’anni di produzione, secondo Alberto Mazzoni, Direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela vini, si segnalano ben sette annate a cinque stelle, in cui le condizioni climatiche e di vinificazione hanno portato a risultati eccellenti: per la precisione, sono 1990, 1993, 1995, 1997, 2001 e 2004. In tempi più recenti, gli esperti consigliano di puntare sui prodotti datati 2010 e 2013, definite “annate da mettere in cantina”. Lo stesso Mazzoni poi descrive le altre annate: il 1998 “è molto buona”, ma non a livelli eccellenti; il 1999 “ha avuto un periodo arido, ma i vini hanno mostrato contrasti in evoluzione” (tre stelle); il 2000 è stato un anno troppo caldo, mentre al contrario 2002 e 2005 troppo fresche, il “2007 molto pronta ma non penso terrà, 2008 più equilibrata, tra le buone ma non penso che sarà ai livelli massimi”.