Quando si parla di Spumanti e in particolare di Metodo Classico, non si può fare a meno di fare riferimento alla celebre regione della Champagne. Tuttavia oggi, la cultura spumantistica si sta diffondendo sempre di più fuori dalle zone classiche e in molti territori, nascono spumanti di qualità, spesso utilizzando uve autoctone. Faremo un piccolo tour della penisola alla ricerca degli spumanti più interessanti e insoliti, prodotti fuori dalle tre aree più famose e vicine alla tradizione della Champagne: Franciacorta, Oltrepò Pavese e Trentino. Inevitabile però un cenno preliminare ai cugini d’oltralpe. Lo Champagne viene prodotto fondamentalmente con uve pinot noir, chardonnay e pinot meunier. Gli altri vitigni ammessi dal disciplinare, l’arbanne, il petit meslier, il pinot blanc e il pinot gris, rappresentano solo lo 0,3% delle uve coltivate nella regione. Nelle tre aree italiane più importanti per la spumantistica italiana, si utilizzano praticamente le stesse uve della Champagne. Chardonnay, pinot nero e pinot bianco in Franciacorta, fondamentalmente pinot nero, con aggiunta di chardonnay, pinot bianco e pinot grigio in Oltrepò Pavese, chardonnay, pinot nero, pinot bianco e pinot meunier in Trentino. L’Italia, però, può vantare una ricchezza ampelografica straordinaria. Proprio la presenza in ogni regione d’interessanti vitigni autoctoni, ha fatto si che si sviluppasse una produzione spumantistica legata a ogni singolo territorio e alle uve tradizionalmente coltivate.
Il nord Italia
Partiamo dalla Valle d’Aosta e ci imbattiamo subito in un Metodo Classico molto interessante, prodotto con il vitigno prié blanc, che grazie al suo breve ciclo vegetativo riesce a sopravvivere ai rigori del freddo. Le vigne si trovano, infatti, ai piedi del Monte Bianco e sono coltivate fino a 800/900 metri di altitudine. La Cave du Vin Blanc de Morgex et La Salle, produce diverse versione di prié blanc in purezza. Il Metodo Classico ne esalta la vivace freschezza, l’eleganza dei profumi e gli aromi delicati. Segnaliamo la Cuvée du Prince, che si affina 48 mesi si lieviti prima del dégorgement e per gli amanti dei dosaggi zero il Glacier Pas Dosé, che riposa 20 mesi sui lieviti. Sono ottimi per accompagnare il momento dell’aperitivo o da degustare con sushi o piatti di pesce delicati. Cambiamo regione, ma restiamo sempre in montagna, per la precisione in Valtellina. La Cantina Rainoldi produce Metodo Classico da uve chiavennasca (nebbiolo), con un piccolo saldo di pignola e rossola. Di grande pregio la Cuvée Maria Vittoria, che riposa 60 mesi sui lieviti. Un Rosé Nature dai profumi eleganti di viola e fragoline di bosco, con bella struttura, freschezza e sapidità. Ideale da abbinare a piatti di pesce importanti o a carni bianche. Una bella scoperta è L’Erbaluce di Caluso Calliope Brut della Cantina Cieck. Un metodo classico che si affina sui lieviti per tre anni. Esprime un bouquet fresco e intenso, con note floreali, di frutta bianca e nuances tropicali. Ottimo come aperitivo e in generale con la cucina di mare. Un altro Metodo Classico da uve autoctone che si sta affermando in questi ultimi anni è il Durello dei Monti Lessini. Dalle colline vulcaniche tra Verona e Vicenza, arriva uno spumante, caratterizzato da una vivace vena acida, che esprime il meglio dopo una maturazione di 4 o 5 anni sui lieviti. La prorompente freschezza viene così mitigata e resa più armoniosa da eleganti note evolutive di grande eleganza e raffinatezza. Tra i Durello più interessanti ricordiamo: il Monti Lessini Durello Metodo Classico Riserva Millesimato Doc di Casa Cecchin, il Monti Lessini Durello Pas Dosé Metodo Classico Riserva Doc della Cantina Fongaro e il Monti Lessini Durello Extra Brut Metodo Classico A.R. Riserva Millesimato Doc della Cantina Marcato. Una vera chicca per chi è alla ricerca di bollicine particolari è rappresentata dal Metodo Classico della Cantina Durin di Ortovero, in provincia di Savona.
Il Basura Riunda Millesimato, prodotto da uve pigato e affinato per 60 mesi in suggestive grotte naturali è un metodo classico di grande eleganza e freschezza. Altro Metodo Classico molto interessante è il Lugana Millesimato di Perla del Garda. Prodotto con trebbiano di Lugana in purezza, si affina 18 mesi sui lieviti ed esprime la freschezza, la mineralità e sapidità di un grande terroir. L’acidità di base del vitigno friulano ribolla gialla, lo rende molto adatto alla spumantizzazione, che esalta la sua freschezza agrumata e citrina. Ricordiamo la Ribolla Gialla Brut di Eugenio Collavini, che si affina sui lieviti per circa 30 mesi.
Il centro Italia
Cantina della Volta, nobilita un vino quotidiano come il lambrusco con una versione Metodo Classico di grande raffinatezza. Il Lambrusco Rosé di Modena Spumante ha un bouquet con note floreali di rosa, di piccoli frutti di bosco. Al palato apre con aromi di fragrante freschezza e con piacevole sapidità finale. Le Marche, lo sappiamo, sono terra di verdicchio. Ma forse non tutti hanno degustato il Metodo Classico della Cantina Colonnara. Veramente degna di nota la Riserva Ubaldo Rosi, verdicchio in purezza che affina sui lieviti per 60 mesi. Intenso, complesso, uno spumante di grande finezza, perfetto da abbinare a crostacei, piatti di pesce o carni bianche.
Il sud Italia
Se conosciamo l’aglianico solo come vitigno per produrre grandi rossi da invecchiamento, è il momento di scoprire anche la sua versione Metodo Classico. Cantine del Notaio produce nel Vulture La Stipula Millesimato e La Stipula Rosé Millesimato. Due spumanti di buon corpo e struttura, che spiccano per ricchezza e intensità del bouquet. La Cantina San Salvatore, produce nel Cilento l’ottimo Joi. Un Metodo Classico Millesimato da aglianico in purezza, intenso ed elegante, che si affina 24 mesi sui lieviti prima del dégorgement. Sempre per restare in Campania, ricordiamo un vitigno che ha alle spalle una grande tradizione di spumantizzazione: l’asprinio d’Aversa. Grazie alla sua acidità naturale, dona spumanti di grande freschezza citrina, ideali da abbinare a una burrata o a una mozzarella di bufala. Ricordiamo l’ottimo Spumante Extra Brut Millesimato della Cantina I Borboni. Una vera particolarità è il Caprettone Brut di Casa Setaro. Vitigno autoctono dell’area vesuviana, il caprettone Metodo Classico riposa sui lieviti per 24 mesi ed esprime un bel bouquet floreale di ginestra, con note di frutta bianca e nuances minerali. Se ci spostiamo in Puglia, troviamo un’altra eccellenza della spumantistica: d’Araprì. Ottima la Riserva Nobile, prodotta con bombino bianco in purezza. Un Metodo Classico che riposa 48 mesi sui lieviti ed esprime un bel bouquet, con note agrumate, e fruttate, di grande intensità e freschezza.
Anche sull’Etna si producono spumanti di grande qualità. Da provare i Metodo Classico della Cantina Murgo. Su tutti l’Extra Brut, prodotto con nerello mascalese in purezza e che riposa sui lieviti per 5/6 anni prima del dégorgement. Uno spumante complesso, con profumi floreali e note evolutive di frutta secca e sentori balsamici. Chiudiamo con due proposte che arrivano dalla Sardegna. Il Marzani Reverse Millesimato della Cantina Deidda, un Metodo Classico prodotto con uve nuragus e vernaccia e il Metodo Classico Brut della Cantina Quartomoro, realizzato con uve autoctone sarde, che esprime un bouquet complesso, piacevolmente fruttato e minerale.
Ovviamente sono solo alcune scelte nel vasto panorama degli spumanti da uve autoctone, ma sicuramente rappresentano una valida alternativa, per chi ama bere bollicine fuori dal coro.