Il Piemonte rappresenta forse una delle regioni italiane con più storia, passione e amore per il vino e per la vite, con il più alto numero in Italia di bottiglie DOC e DOCG, con e vitigni autoctoni che si caratterizzano per i profumi intensi e per il loro gusto straordinario, frutto di una combinazione di terreno e clima che porta sulla nostra tavola vini di qualità superiore.
In questa sede ci occuperemo perciò di passare in rassegna i principali vitigni piemontesi, andando a scoprirne le zone di produzione e le caratteristiche intrinseche.
Vitigni piemontesi principali
Cominciamo col prendere in esame l’Albarossa, un vitigno autoctono che si trova nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Le sue bacche rosse sono frutto dell’incrocio di altre due varietà di viti coltivate in Piemonte, ossia il Nebbiolo e la Barbera, e hanno caratteristiche che predispongono il vino ricavato da tali uve all’affinamento in botti.
Spostandoci invece nelle affascinanti terre del Roero e delle Langhe, troviamo la Favorita, un’uva bianca che si sposa bene con le caratteristiche sabbiose di questo terreno. Il suo nome è dovuto al fatto che il Re Vittorio Emanuele II avesse scelto quest’uva come la sua prediletta.
Importata dalla Liguria, la Favorita è stata riscoperta negli anni ’70 dagli omonimi conti di questa zona piemontese, che ne hanno implementato la vinificazione in purezza.
Un altro dei vitigni piemontesi tipici è il Grignolino, il quale viene principalmente coltivato e lavorato delle zone di Asti, Casale Monferrato e nella Langa di Alba. Le sue uve rosse sono molto sensibili alle malattie, e trovano nei terreni secchi il suo habitat ideale. Spesso viene tagliato con uve di varietà Barbera e Freisa per ottenere vini dal colore più intenso.
Rimanendo in questo territorio a forte vocazione vinicola, troviamo grandi uve rosse come la Barbera, il Dolcetto, tipicamente albese, la Freisa e il Nebbiolo: tutti vitigni piemontesi che hanno trovato nella combinazione unica tra suolo sabbioso e ricco di calcare ed argilla e clima temperato freddo dato dalla vicinanza alle Alpi la loro perfetta ragion d’essere in cui esprimere al meglio il loro potenziale, grazie anche all’abbondanza di corsi d’acqua.
Chiaramente la Barbera è l’uva regina di questi territori, con la sua bacca ricca di colore e in grado di sopportare bene qualunque clima e condizione di terreno. Dalla sua lavorazione si ottiene l’omonimo vino di grande corpo e struttura, apprezzato in tutto il mondo per le sue caratteristiche tanniche e per la sua rotondità.
Le uve di Dolcetto invece hanno bacche nere di media dimensione, con una buccia sottile, e con un basso grado di acidità che rende il vino ricavato da esso più leggero rispetto alla Barbera e al Nebbiolo.
Riguardo infine a quest’ultimo vitigno piemontese, esso deve il suo nome alla patina che si forma sui suoi acini, che maturano molto più tardi rispetto agli altri, e che si prestano bene per un invecchiamento in botti.