Stiamo tutti tranquilli, non storcete il naso, ma la tendenza del mercato lo dice: il vino in lattina cambierà il futuro del vino. In maniera sempre più insistente, infatti, la ricerca di nuove soluzioni per il packaging del vino sembra puntare sulla lattina per abbattere i costi di produzione del vino e tagliare in maniera davvero efficace l’impatto ambientare dell’intera industria.
Non si può nascondere una certa diffidenza di fronte a questa proposta perché la bottiglia in vetro ha sempre rappresentato uno status e le diverse forme della bottiglia stessa connotano in maniera molto forte la tipologia e la qualità del vino. Senza considerate la presenza dell’etichetta, rivestimento che per secoli ha permesso alle cantine di presentare il vino e il proprio marchio. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di comprendere il trend del vino in lattina.
Le cifre e la tendenza
Quella del vino in lattina non è certo una novità. È presente sul mercato da anni e si è affermata soprattutto nei paesi con un’industria vitivinicola meno tradizionale (o tradizionalista, si potrebbe dire). Non è nemmeno nuova l’idea di poter bere del vino da dei recipienti che non siano in vetro, tanto che in Italia è ben presente un’ampia offerta di vino in brick o cartone. La lattina, tuttavia, fa ancora inorridire gli amanti del vino.
Secondo una ricerca di mercato pubblicata nel 2021 il mercato globale del vino in lattina aveva un valore di 213,42 milioni di dollari, con una prospettiva di crescita dell’11,8% l’anno. Ci si aspettava, dunque, che nel 2031 avrebbe raggiunto un valore globale di 592,90 milioni di dollari.
La verità è che nel 2024 il mercato del vino in lattina ha già superato le aspettative di crescita, raggiungendo un valore di 643 milioni di dollari. Secondo un secondo studio pubblicato a novembre 2023, infatti, le previsioni parlano di un valore complessivo di 3.129 milioni di dollari entro il 2034. Quindi potrà non piacere, ma si tratta di una soluzione che vedremo sempre più spesso.
Attenzione all’ambiente e crescente richiesta del vino in lattina
In un articolo di questo blog abbiamo analizzato l’impatto ambientale della produzione del vino citando un meritorio studio condotto da Argiano che rilevava come la produzione delle bottiglie di vetro fosse proprio il punto di tutta la filiera del vino in cui veniva consumate più risorse ambientali ed economiche. Il primo motivo per cui le aziende e la distribuzione stanno virando verso la lattina è proprio per ridurre l’impatto sull’ambiente e tagliare i costi di produzione.
È diventato un caso globale quello dei supermercati Waitrose, una delle più importanti del Regno Unito, che vendendo vino con la propria private label ha deciso di utilizzare il vetro per le confezioni di vino di formato più piccolo. In particolare, comporterebbe la sostituzione di oltre 3 milioni di bottiglie di vetro con 3 milioni di lattine.
Questo è lo stesso approccio che verrà utilizzato in Svezia dove esiste il monopolio di stato per la vendita degli alcolici. L’azienda pubblica che se ne occupa, la Systembolaget, ha dichiarato di voler ridurre il proprio impatto sull’ambiente proprio puntando su imballaggi alternativi, che includono il vino in cartone, Tetrapack e ovviamente lattine.
La ragione è semplice: il vetro è molto costoso dal punto di vista ambientale già al momento della produzione. Anche lo smaltimento del vetro non è sostenibile perché non permette un completo riciclo della materia prima, mentre l’alluminio delle lattine può essere riciclato all’infinito e la sua produzione è decisamente meno dispendiosa.
Nuove generazioni e nuove occasioni di consumo
I cambiamenti demografici nelle diverse regioni del mondo sono importanti fattori che influenzano il mercato dei vini in lattina. La crescente presenza dei millennials e della giovane popolazione sta ridefinendo il mercato delle bevande alcoliche. Negli ultimi due decenni, c’è stata una significativa transizione nel consumo di alcol dei millennials in tutto il mondo. I millennials sono più consapevoli del loro consumo di alcol e sono stanno ridefinendo anche le occasioni di consumo del vino.
La cultura del bere “on-the-go” delle nuove generazioni di trentenni e ventenni sta aumentando le vendite di vino in lattina. Il forte aumento della sua popolarità tra i millennials ha portato a un’enorme esplosione del numero dei principali attori del mercato che stanno lanciando o rivedendo i propri marchi per il consumo di vino nuove occasioni come eventi all’aperto, pic-nic o gite in spiaggia. Perché venga consumato in queste occasioni il vino deve essere trasportato in contenitori più leggeri e meno fragili. La lattina per questo è perfetta, oltre a dare la possibilità di acquistarne una quantità adatta al singolo bevitore.
Il vino in lattina in Italia
Abbiamo parlato di Regno Unito e Svezia, ma ovviamente negli Stati Uniti è già una realtà affermata. E in Italia? Tutti sappiamo dell’esistenza del vino nelle confezioni di Tetrapack e nelle bag con annesso rubinetto erogatore. Tuttavia in Italia il vino in lattina esiste da tempo.
Nel 1978 la Cantina Giacobazzi di Modena depositò la domanda per confezionare il vino in contenitori alternativi. Nel 1982 iniziò a confezionare il vino in lattina e altri contenitori alternativi. Il permesso concesso fu breve e non permise alla Cantina di continuare la produzione per soddisfare una richiesta già all’epoca significativa.
Oggi, altre aziende come il Gruppo Donelli Vini, la Cantina Sgarzi Luigi e Zai Urban Winery continuano per questa strada anche avvicinandosi alle nuove generazioni di consumatori.
In Italia, tuttavia, esiste un limite imposto dai disciplinari di produzione dei vini DOC e DOCG che impongono l’imbottigliamento in bottiglie dal formato tradizionale che rispetti il consolidato uso e sono esclusi recipienti di “spinta fantasia” (art. 22.1).
“È vietato l’uso di materiali diversi da vetro, cristallo, porcellana e legno per recipienti di capacità fino a cinque litri” (art.22.2).
Il cambiamento è in atto
È un cambio epocale nel panorama del consumo, perché il vino perde il suo posto sulla tavola per diventare un’esperienza di consumo più rapida e meno meditativa. Quali saranno i vini che vinceranno questa sfida? Quali saranno quelli più adatti alla nuova confezione?