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U.S.A. minacciano l’UE con nuovi dazi su vini e liquori

Se la “guerra” commerciale U.S.A. e Cina sembra essere arrivata ad una conclusione, con un accordo tra le parti, ora a finire nel mirino del presidente Trump sono i prodotti enogastronomici di importazione come vino, liquori, pesce fresco e/o surgelato, formaggi (come il cheddar), patate, cipolle, cioccolato, cereali, caffé, soia.

Praticamente il frigo degli americani dovrà vestire stelle e strisce, una scelta protezionista per favorire la diffusione e l’apprezzamento dei prodotti americani che negli ultimi decenni stanno cercando di affiancare alla quantità, la qualità.

In particolare il settore del vino Americano ha cominciato ad ottenere ottimi risultati in termini di qualità in California, dove le AVA (American Viticultural Area, la sigla americana che identifica le zone maggiormente vocate alla produzione vitivinicola) di Sonoma e Napa Valley stanno acquisendo notorietà e valore economico, un processo che il Presidente Americano ha intenzione di incoraggiare.

Aiuti ad Airbus: la vendetta di Trump

Il problema è nato qualche settimana fa quando l’Unione Europea ha elargito aiuti economici ad Airbus, società europea consortile, attiva nella produzione di Aeromobili ed unico competitor dell’americana Boeing. Com’è naturale che sia, da sempre l’Unione Europea ha un occhio di riguardo per la Airbus che resta comunque seconda a Boeing sia dal punto di vista delle vendite, che della quantità di mezzi circolanti.

Come giustificare tutta questa bufera?

Nel marzo scorso un Boeing 737 Max si è reso protagonista di una sciagura costata la vita a 157 passeggeri della Ethiopian Airlines, sciagura causata da un difetto software e non imputabile ad errore umano. Questo ha messo in guardia tutte le compagnie aeree dotate di questo specifico modello di Boeing e il mercato di settore. Alle luci della ribalta è salito il caso China Aircraft in particolare che ha immediatamente interrotto il pagamento e la fornitura di ben 100 di questi esemplari di Boeing, un affare da oltre 10 miliardi di dollari.

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha visto i contributi dell’Unione Europea come una sorta di mossa per infierire ulteriormente su una compagnia americana in difficoltà, una mossa che potrebbe danneggiare per miliardi di dollari l’economia statunitense. Difatti dopo il disastro in Etiopia, dalla Cina sono emersi ordini per 300 velivoli ad Airbus da varie compagnie locali, per un giro di affari da circa 35 miliardi di dollari.

Per questo gli Stati Uniti hanno minacciato dazi per 11 miliardi di dollari su velivoli e prodotti enogastronomici. La verità dei fatti è che anche gli USA nel tempo hanno elargito sussidi economici alla Boeing e più di una volta è stata denunciata dall’Unione Europea al WTO (World Trade Organization o all’italiana OMC, Organizzazione mondiale del commercio).

La controffensiva Europea

Circa il 10% delle esportazioni totali di prodotti dell’agroalimentare italiano finisce Oltreoceano, in particolare negli Stati Uniti, che nel 2018 ha mosso un volume d’affari per circa 4,2 miliardi di euro. All’interno di questo volume di esportazioni particolarmente rilevante è il peso del settore enoico, il cui valore ammonterebbe a circa 1,5 miliardi di euro.

Dati i numeri e il trend positivo dell’export di settore, l’Unione Europea vorrebbe che i prodotti agricoli fossero lasciati fuori dal negoziato bilaterale, mentre per gli U.S.A. la discussione deve anche riguardare i dazi e le barriere non tariffarie, che secondo gli Stati Uniti, ostacolano le esportazioni americane di settore sul mercato dell’Unione Europea.

Questo braccio di ferro ha portato in questi giorni un rilancio da parte dell’UE che ha stilato una lista da 20 miliardi di dollari di prodotti provenienti dagli USA che verranno tassati. Questa lista include i già citati vini della California ma anche altri generi alimentari come i surgelati e infine i velivoli.

Considerazioni di Confagricoltura

A casa nostra, ad essere preoccupata è Confagricoltura che vorrebbe che fosse evitata questa “guerra” commerciale e dalla quale il settore agroalimentare italiano avrebbe molto da perdere.

Massimiliano Giansanti, Presidente della Confagricoltura, ha espresso il suo parere in merito alla vicenda:

Le difficoltà non mancano vista la diversità delle posizioni di partenza, ma una situazione di stallo farebbe solo salire le tensioni. Il dialogo deve essere concretamente avviato, anche per tentare di riaprire la strada verso un accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), che per l’agroalimentare italiano potrebbe dare risultati sensibilmente superiori a quelli maturati con il CETA (Accordo di libero scambio UE- Canada)”.

 

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