Consumato dopo i pasti per migliorarne la digestione, o come distillato dedito alla meditazione, spesso sorseggiato accanto ad un sigaro fumante, o al cioccolato amaro, il Brandy, utilizzato in Italia ed in Spagna anche come correttore del caffè, si ricava dalla distillazione del vino in seguito ad un tempo di invecchiamento in botte.
Si è soliti servirlo in bicchieri a forma di uovo tronco, i ballon o snifter, oppure nei classici bicchieri a tulipano. Per gustarne ogni sapore non occorre riscaldarlo con fiamme o calore vivace, né diluirlo con ghiaccio, ma basta scaldarlo con il calore delle mani.
Il brandewijn ovvero vino bruciato, così come lo chiamano gli olandesi, può essere prodotto in qualunque Paese dove viene coltivata l’uva. La produzione, derivante dalla distillazione del vino sano, o guasto ma non acetificato, da vinacce e fecce, presenta delle specifiche qualità organolettiche che scrutano il pregio della materia prima.
Bianco, rosso o rosato? Non importa, il brandy, per la sua composizione, non necessita di uno specifico tipo di vino in relazione al colore, quello che invece risulta importante è il grado di acidità. Infatti, i distillati migliori solo il risultato di vini fortemente acidi, scarsamente alcolici, piuttosto neutri negli aromi e privi di solfito. Il vitigno più impiegato è il trebbiano, detto ugni blanc in Francia.
Come si fa il brandy?
L’acquavite si ricava per mezzo di uno strumento particolare: l’alambicco, nei tipi continuo o discontinuo. Le tecniche di distillazione sono variegate e dipendono dallo strumento utilizzato. Tuttavia come accade per altri spiriti, si eliminano le frazioni iniziali (teste) e finali (code), ricche di sapori ed odori sgradevoli. Sempre in relazione al metodo, si ottengono acquaviti da 52% a 72% di alcol, o anche oltre. Di norma si ha un litro di distillato ogni dieci di vino.
Quando l’acquavite diviene brandy? Sicuramente non subito dopo la distillazione, poiché essa deve attraversare un tempo di invecchiamento in botte, che varia da paese a paese di produzione, prima dell’imbottigliamento e filtrazione a freddo.
Caramello per donargli colore e zucchero per donargli morbidezza: questi sono gli ingredienti spesso aggiunti al brandy, infine diluito con acqua distillata secondo i gradi desiderati. L’imbottigliamento può verificarsi come il liquido esce dalla botte (cask strenght o grado pieno), dopo un adatto tempo di invecchiamento.