San Simone nasce in Friuli, a Rondover, tra Prata e Porcia, nella zona più occidentale della Doc Friuli Grave e al centro della Doc Prosecco, ed è il frutto della tradizione e della cultura enologica della nostra famiglia, la quale è impegnata da quattro generazioni nel mestiere di vignaiolo. Abbiamo scelto il nome San Simone per i vini e la cantina in ricordo delle nostre origini. La prima e storica sede dell’azienda si trovava infatti a Prata, in via San Simone, di fronte alla Chiesa del XIV sec. votata a San Simone, dove il nostro bisnonno all’inizio del ‘900 diede il primo e determinante impulso all’attività e dove ora c’è l’abitazione di famiglia.
Molti i cambiamenti nel tempo. Ciò che non è cambiato sono i valori: responsabilità nei confronti della realtà in cui si opera, passione per il proprio lavoro, trasparenza nel fare. Questi sono i valori che per noi non hanno tempo. Valevano ieri. Valgono oggi. Varranno domani.
Storia di un nome legato al territorio
Una famiglia che ha sempre creduto nelle straordinarie potenzialità enologiche della propria terra e che conta quasi cent’anni di esperienza nel vino. Quattro generazioni: una storia ricca di personaggi dinamici e volitivi. Erano queste le doti del nostro bisnonno, il fondatore Gino Brisotto, che all’inizio dello scorso secolo, con la bisnonna Olga, diede il primo e determinante impulso all’attività e quelle dei nostri nonni, Antonio e Angela che con costanza e fiducia rafforzarono quanto già costruito. Furono in seguito i nostri genitori, Gino e Liviana, convinti che per crescere e migliorare bisogna sempre essere aperti al cambiamento, che diedero vita ad un nuovo progetto produttivo: San Simone. Un’avventura che prende l’avvio dalle storiche cantine Brisotto di Prata per approdare a Porcia nella nuova cantina dove l’azienda accelera il passo sulla strada della qualità.
Un progetto che punta alla cura dei particolari, dalla vigna alla bottiglia. Il nome San Simone è stato scelto per raccontare le radici e la storia della tradizione di famiglia.
Da allora, nel segno di un armonioso ricambio generazionale, l’azienda è passata di padre in figlio, conoscendo una continua e costante evoluzione, sia da un punto di vista qualitativo che commerciale. Oggi alla guida della San Simone ci siamo noi figli, Chiara, Anna e Antonio, la quarta generazione. Proseguiamo insieme, con fierezza e tenacia, il percorso già intrapreso dai nostri genitori, Gino e Liviana, forti dell’esempio e della grande passione che hanno saputo trasmetterci. E per il futuro? Le giovani Gaia e Sofia stanno già facendo una “full immersion” nei vigneti di famiglia.
Cantina
La nostra cantina costituisce un perfetto punto d’incontro fra tradizione e tecnologia, riflettendo da una parte i canoni dell’architettura contadina locale nel pieno rispetto della natura circostante, presentando dall’altra funzionalità e razionalità nella disposizione interna dei locali dove le diverse fasi di lavorazione del vino trovano adeguata rispondenza: alla zona di vinificazione seguono la sala di stoccaggio dei vini, la sala di imbottigliamento, il magazzino per il prodotto finito, il laboratorio, la sala di degustazione e la sala interrata di affinamento in piccole botti di rovere francese.
Il progetto verde di San Simone
Si tratta semplicemente di una presa di coscienza di ciò che nella nostra azienda si fa ogni giorno da molto tempo in tutte le fasi produttive, senza ideologismi o estremismi, animati dalla volontà di migliorare. Certi che si può sempre fare di più e che siamo solo all’inizio di un percorso: un progetto, appunto. Buonsenso e responsabilità sociale nei diversi processi: semplicemente esporsi alla naturalità delle corrette pratiche agronomiche e di cantina, autocertificando il proprio fare, al fine di garantire la qualità contribuendo alla sostenibilità ambientale nel rispetto degli equilibri territoriali preesistenti. Si fonda sui principi di conservazione del paesaggio, tutela della flora e fauna, energia rinnovabile e conservazione dell’acqua.
San Simone non utilizza diserbanti e concimi chimici. Per eliminare il più possibile l’uso di sostanze chimiche, abbiamo introdotto nei nostri vigneti, grazie anche alle tecniche di lotta integrata, pratiche alternative come l’inerbimento per la salvaguardia degli insetti utili, per garantire la vita della micro fauna e rappresentare il rifugio di lepri e scoiattoli. Pratichiamo inoltre il metodo della “confusione sessuale “per combattere gli insetti dannosi limitando la riproduzione attraverso l’uso di feromoni: “profumi riproduttivi” che impediscono alla tignola maschio di trovare e fecondare la femmina. Inoltre la cura meticolosa e costante della vite garantisce un’eccellente ventilazione ed una protezione fitosanitaria per i grappoli d’uva, così come il monitoraggio dei parametri climatici (precipitazioni, temperatura, umidità, etc.) attraverso l’installazione di capannine meteorologiche.
Sostenibilità ed eccellenza
Abbiamo inoltre dato l’avvio ad una sperimentazione su un vigneto, nel quale abbiamo impiantato solo vitigni selezionati resistenti alle malattie (16.000 piante di Fleurtai, Sauvignon Rytos e Soreli). In altri vigneti abbiamo invece avviato la conversione biologica per l’ottenimento della relativa certificazione. Sostenibilità ed eccellenza delle uve si perseguano inoltre attuando solo lavorazioni meccaniche sulla fila, utilizzando unicamente concimazioni organiche con la tecnica agronomica del sovescio a filari alternati a inerbimento tradizionale. Il desiderio di una qualità che cresca nel tempo trova un importante alleato nella biodiversità. Per questo abbiamo piantumato siepi e 3.000 mq di bosco per ricreare aree di sviluppo delle tradizionali alberature del nostro territorio.
Energia pulita, riduzione dei consumi e dei rifiuti solidi
Un importante contributo è dato dalla produzione di energia pulita da fonti rinnovabili con l’installazione di un impianto fotovoltaico sulla superficie del tetto aziendale che consente una riduzione delle emissioni di CO2 così come la corretta manutenzione degli impianti, l’isolamento termico dei vasi vinari e l’impiego di un impianto biologico di depurazione delle acque di scarico che consentono di ridurre l’impatto ambientale e di ottenere un risparmio energetico.
Anche di tappi tecnici in sughero riciclabili al 100% e di cartoni da carta riciclata al 100% certificati FSC ha consentito di risparmiare sia sulle emissioni derivanti dalla produzione degli stessi. Limitiamo l’impiego dell’acqua alle sole operazioni in cui sia necessaria; i nostri vigneti, inoltre, non necessitano di irrigazione, nemmeno nelle annate più siccitose. La grande produzione di biomassa, principalmente risultante dalla potatura dei vigneti viene in parte avviata alla trasformazione. Grande attenzione viene posta alla gestione della raccolta differenziata per il riciclaggio dei materiali.
I vigneti, continuare a produrre per secoli
I vigneti di proprietà sono situati nella zona Doc Friuli Grave nei comuni di Porcia, Pasiano ed Azzano Decimo e nella zona Doc Prosecco e si estendono su una superficie di 65 ha. Investiamo notevoli risorse in vigna, rendendoci promotori di una viticoltura moderna ed orientata a basse produzioni di uva per ettaro, grazie ai moderni sistemi di allevamento a guyot e cordone speronato, alla elevata densità di piantagione e alla bassa carica di gemme per ceppo. Inoltre la razionalizzazione della gestione fitosanitaria, l’inerbimento, la concimazione organica e lo studio delle migliori situazioni ambientali per la coltivazione del vitigno hanno rappresentato per le varietà coltivate in azienda la via principale per ottenere uve di qualità.
Nei vigneti si ritrovano grandi differenze di comportamento vegetativo delle viti da zona a zona e, quindi, uve che sono la diretta espressione di queste differenze con caratteristiche molto diverse, anche in uno stesso appezzamento. In questo contesto diventa fondamentale lo sviluppo di tecniche e mezzi che permettano di controllare nei particolari l’evoluzione vegetativa e produttiva delle viti e la loro variazione nelle annate. Lo studio dell’area viticola assume un’importanza indiscutibile quando si pretende di elaborare vini che oltre ad essere di qualità, siano “singolari” per esprimere caratteristiche di identità del proprio terreno e l’anima delle viti stesse. La conoscenza profonda delle diversità del vigneto attraverso il monitoraggio continuo permette la gestione ottimale delle operazioni viticole ed enologiche.
Vite-vino
Si tratta di un progetto integrato, che concretizza l’idea di unire innovazione tecnologica ed esperienza tecnico-scientifica nella filiera del vino, per esaltare il concetto di identità del binomio vite-vino, per arrivare dunque a tecniche di vinificazione indirizzate a massimizzare le caratteristiche di identità enologica. Non solo quindi i canoni della viticultura moderna di qualità ma viticultura mirata attraverso la conoscenza dei singoli vigneti. Oltre alle varietà internazionali coltivate in azienda, che noi preferiamo definire “tradizionali” in quanto coltivate da quasi duecento anni in Friuli e che a buon diritto possono essere fatte rientrare nella storia ampelografica della nostra regione, quali Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon, attenzione particolare viene rivolta alle varietà autoctone: Friulano, Refosco dal peduncolo rosso e Glera.
Come e perché Perlae Limited Edition Think Colour?
L’ispirazione nasce da un quadro di un artista, Saverio Rampin, uno dei maggiori esponenti dello spazialismo veneziano. La sua pittura è caratterizzata da una forte valenza espressiva. Cromie accese, pennellate impetuose volte a studiare e indagare la natura del mondo e delle cose, sintetizzandola in forme, colori e luci. Dopo otto anni di incanto osservando l’opera del maestro abbiamo sentito forte il desiderio di traferire al mondo del vino le forme, i colori e le luci, essenziali per l’animo. Sperimentazioni cromatiche, bottiglie riconoscibili, forme sinuose per identificare uno spumante che racconta emozioni con le sue bollicine eleganti, la sua cremosità luminosa, la sua raffinata immediatezza. Il nostro Prosecco Doc e la nostra Cuvée, unici e speciali nella forma e nella sostanza. Da collezione e.. dal 2012 ogni anno un nuovo colore.
Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori. Cesare Pavese
METODO CLASSICO: ABBIAMO SCELTO “ZERO DOSAGE”
Una sfida, un modo per sperimentare ed imparare, un desiderio, un sogno
È stato bello ed entusiasmante per tutti noi fin dal principio. Un progetto a lungo termine che finalmente ha avuto inizio nel 2011! Che euforia, quasi dieci anni fa quando il 18 agosto 2011 abbiamo raccolto le uve Chardonnay per la base. L’ettaro di vigneto “pensato” per l’obiettivo enologico che avevamo in mente era stato predisposto e monitorato durante tutto il ciclo annuale ma non immaginavamo davvero che potesse dare tali risultati. Zuccheri, PH, acidità… tutti i parametri necessari e corretti per provarci. Non ci potevamo proprio tirare indietro. Vinificazione attenta, solo mosto fiore. L’imbottigliamento ad aprile. Ricordiamo anche quel momento come “storico”, tutti impegnati nelle diverse fasi, dal riempimento e tappatura, all’accatastamento. Da allora la sfida continua e a breve sarà disponibile il Millesimo 2016 dopo aver riposato 42 mesi sui lieviti.
SAN SIMONE NEL MONDO
Crisi? Opportunità!
La parola “crisi” ha in molte culture un significato ambivalente. La sua etimologia deriva da un verbo greco antico “Krino” che significa “discernere, valutare, giudicare”. Decidere, dunque, per il bene o per il male. La stessa oscillazione semantica si ritrova nella lingua cinese: come sottolineò per primo il presidente americano John F. Kennedy, la parola “crisi” scritta in cinese è composta di due caratteri, di cui il primo rappresenta il pericolo e il secondo rappresenta l’opportunità. Consapevole di questa verità intrinsecamente bifronte, la San Simone SI APRE AL MONDO con la certezza che in ogni luogo le opportunità superino sempre i rischi. Siamo ora presenti in 25 diversi Paesi dove, nel nostro piccolo, esportiamo il Made in Italy con orgoglio e determinazione.
Interviste esclusive dal mondo del vino ed approfondimenti da chi fa del vino una ragione di vita, di business e di cultura.