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Pietra Magica: Un unico Vino, 6 Pietre

Pietra Magica è l’interpretazione di come veniva concepito il vino in Langa tantissimi anni fa.

Il nebbiolo, storicamente, non veniva vinificato singolarmente ma veniva ripassato sulle bucce di Barbera, poi macerato a cappello sommerso e per terminare l’affinamento un anno in botte grande. Inoltre, questo vino racconta il magismo di Langa quando in passato la tecnica e la scienza non bastavano e non restava che pregare la luna per combattere le sfide quotidiane.

I pali di Pietra nelle vigne, sono amuleti che da sempre proteggono le colline delle Langhe dalle calamità naturali e oggi hanno ripreso vita nella Vigna Magica di Mirafiore in dodici esemplari, come la fertilità femminile, o quella maschile, il nutrimento, solo per citarne alcuni. Oltre a essere biologica, questa vigna grazie alle sue dodici pietre è anche magica… Non ci spieghiamo come, ma il vino che nasce è più buono.

Oltre il Biologico riscopriamo il Magismo

Quando in passato la tecnica e la scienza non bastavano, ai vecchi agricoltori non restava che sperare nel magismo, infatti la Langa è piena di vecchie testimonianze e leggende riguardanti la magia. Solitamente questi racconti sono legati a calamità naturali, come l’avvento di nuove malattie non ancora conosciute, oppure climi particolari e avversi che arrivavano durante tutto l’anno e a ridosso della vendemmia.

Anche Cesare Pavese, nel suo libro “La luna e i falò”, descriveva il rito magico del fuoco per scacciare le “masche” nei giorni prima della vendemmia, descrivendolo come il momento più magico dell’anno. Il pensiero magico rappresenta un sistema di saperi orali, atti ad interpretare il mondo e combattere le sfide quotidiane. Talismani, pietre, incantesimi e preghiere sono espressioni della cultura di una comunità che cercava soluzioni, anche trascendenti, per affrontare calamità, per dirottare il destino verso la serenità, per combattere la malora.

Nel folklore, le pietre sono segno di fertilità, strumenti di memoria, che conservano i nomi, i volti del presente e del futuro. Sono il segno dell’identità collettiva della tradizione del vino: il mito, il rito più profondo di questo paesaggio unico e irripetibile. La Langa trova nella rinascita delle pietre antropomorfe un ritmo costitutivo del patrimonio materiale e immateriale governato dalle divinità della natura, dagli spiriti della vegetazione che sarebbe diversamente andato perduto, forse per sempre.

Un percorso logico e affettivo su cui fondare solide ragioni, che rendono le nostre colline il luogo della felicità dei sensi e dello spirito.

I Moai dell’isola di Langa in Vigna Magica

Abbiamo dedicato questa vigna alla magia, riscoprendo un racconto ritrovato negli anni ’80 quando vennero rinvenute due pietre antropomorfe in testa ad un filare di una vecchia vigna, detta “Camongin” sulla collina di Vesime, ultime sopravvissute di ventiquattro coppie scolpite che scandivano il paesaggio della vigna. È possibile che la “vigna di pietra” sia stata creata per contrastare il dramma della fillossera, malattia che a inizio ‘900 distrusse la viticultura europea.

A quarant’anni dal ritrovamento di una coppia di steli di pietra antropomorfi, maschio e femmina, il vigneto magico ritorna a nuova vita a presidio nella tenuta Casa E. di Mirafiore, a Serralunga d’Alba. I pali da vigna realizzati da Ferdinando Gallo, neo-picapere che nel solco della tradizione contadina ha lavorato con antica creatività l’arenaria di queste colline, ritornano ad esercitare la funzione magica di protezione e fertilità che avevano in un passato in cui il magismo contadino governava il trascorrere del circolare tempo lunare della tradizione.

Queste nuove pietre raccolgono dal passato la tradizione, il significato. Sono memoria degli antenati, delle generazione di contadini che hanno tracciato il paesaggio di queste colline. Sono le nuove divinità del nostro vino: pietre radicate nel magismo di questa terra, segni di protezione e fertilità, garanzia di un vino ineguagliabile.

Mirafiore inizia il percorso di conversione biologica nel 2015, ma già dagli anni 2000 ha iniziato un percorso di pulizia, che dura da quasi 20 anni nel campo della sostenibilità e nel 2018 diventa un’Azienda Agricola, con i suoi terreni nella sottozona di Barolo e Fontanafredda e la prima vendemmia Biologica certificata.

Questa vigna, oltre a essere biologica, grazie alle sue dodici pietre, è anche magica…Non ci spieghiamo come, ma il vino che nasce è più buono.

Perché è più buono, oppure se volete, magico?

Per esempio, nel 2017, agli inizi della stagione, ad aprile, una terribile ondata di gelo colpì tutta l’area del basso Piemonte, con risultati disastrosi, poiché la vite era in gemmazione. “Magicamente”, le gemme di vigna magica si salvarono e, all’epoca della vendemmia, si presentarono grappoli di ottima qualità, mentre tutte le vigne perimetrali e vicine, data la gelata, non vennero neppure raccolte.

Si possono trovare più spiegazioni di questo fenomeno: la scienza le trova nell’esposizione a sud e nel fatto che sia una collina riparata da alberi e caseggiati; mentre la spiegazione magica dei Moai di Langa è nelle pietre, che hanno protetto con il loro influsso benefico le viti ed i loro frutti …e nel dubbio noi ci crediamo!

L’interpretazione del vino di Langa “di una volta”

Pietra Magica non è nient’altro che l’interpretazione storica di come veniva concepito tantissimi anni fa il vino di Langa, che divenne poi successivamente, leggermente modificato, Barolo.

Il nebbiolo, il vitigno più importante del Piemonte, storicamente, dati i climi più freschi rispetto ad oggi, non veniva vinificato singolarmente, ma veniva ripassato sulle bucce di Barbera. Questo permetteva di smorzare il tannino, aumentare il frutto e dare un’acidità più precisa, rendendo il Nebbiolo un vino più piacevole e d’impatto, mantenendo però la sua longevità.

Abbiamo deciso di reinterpretare questa antica tecnica di Langa, dove a metà fermentazione quando il nebbiolo è sulle sue Bucce, viene fatto un delastage separando il vino dalla pelle dell’uva e facendolo passare sulle bucce della Barbera a contatto per almeno 2 ore.

Dopo questo passaggio il vino viene rimesso sulle sue bucce originali, quelle appunto del nebbiolo. Finita la fermentazione alcolica, il vino viene messo in macerazione a cappello sommerso per periodi brevi di massimo 20 giorni. Qui avviene la magia: il vino in autonomia svolge la fermentazione malolattica, il tannino si addolcisce, l’acidità va in equilibrio con il corpo, diventando di un’eleganza disarmante, talmente elegante che è quasi buono da bere subito. Con un passaggio in botte grande di un anno, la complessità e la struttura del vino trovano la loro perfetta dimensione.

Immediato, elegante, con un esplosione di freschezza al naso, è un vino che può vivere a lungo anche in bottiglia. Semplicemente magico.

Una collezione Magica

Oggi seimilaseicentosessantasei – un numero che allude al tre, radice magica e mistica di tanti saperi – bottiglie della prima vendemmia sono il frutto puro di questa vigna che opera un’originale e creativa sperimentazione reinventando, rifunzionalizzando e risemantizzando la tradizione.

6 etichette differenti, un solo vino.

Una collezione di 6 bottiglie in un’unica confezione, dove ogni etichetta è portatrice di un suo valore: lo Stupore, la Donna Tribale, la Fertilità Maschile, la Fertilità Femminile, la Sapienza Contadina e il Nutrimento. Un generoso percorso di post modernizzazione di un progetto che affonda le radici più profonde nei gesti e nelle parole dei nostri antenati, che hanno con fatica e intelligenza, affetto e cura, antropizzato le colline della fatica e della festa.

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