Il nebbiolo, vitigno autoctono piemontese che nelle Langhe dona vita ai celebri Barolo e Barbaresco, oltre che nel vicino Roero, è coltivato anche in altre zone d’Italia. Troviamo, infatti, l’uva nebbiolo nell’Alto Piemonte, in Valle d’Aosta, in Lombardia e addirittura in Sardegna. In ogni terroir il nebbiolo si esprime con caratteristiche particolari, dovute al clima, alla composizione dei terreni, che conferiscono una personalità unica è particolare.Alto Piemonte
Cominciamo in nostro viaggio nei territori del nebbiolo proprio dall’Alto Piemonte, in particolare da Ghemme. Fin dall’epoca romana la località era conosciuta con il nome di “pagus agaminus” e nei territori limitrofi è stato rinvenuto un’importante reperto archeologico, che testimonia l’antica cultura del vino: la diatreta Trivulzio. Una coppa in vetro del IV secolo d.C., che riporta la frase augurale “Bibe vivas multis annis”. Numerose sono le testimonianze legate alla coltivazione della vite che risalgono al Medioevo e nel corso nel Quattrocento, i vini provenienti da Ghemme finivano sulle tavole delle corti milanesi dei Visconti e degli Sforza. Ricordiamo che il simbolo del gonfalone comunale di Ghemme raffigura proprio un grappolo d’uva e un mazzo di spighe di grano.
Da allora, i pregiati vini di Ghemme hanno continuato a essere apprezzati in Italia e nel mondo. La zona di produzione si estende su una superficie vitata di circa 50 ettari. I terreni sono caratterizzati da depositi morenici lasciti nel fondo valle dal ritiro del grande ghiacciaio del Monte Rosa. Un insieme di rocce molto varie, graniti, porfidi, scisti, rocce dolomitiche e ghiaia. Un terreno povero, drenante, molto ricco di sostanze minerali, perfetto per la coltivazione della vite. Il nebbiolo, che qui viene chiamato spanna, dona vini di grande finezza, Il profilo olfattivo è etereo, caratterizzato da profumi delicati di viola e piccoli frutti rossi. Al palato è elegante, con tannini morbidi, note minerali e sapidità finale. Tra le bottiglie più interessanti ricordiamo il Collis Breclemae Ghemme Docg e Signore di Bayard Ghemme Docg prodotto da Antichi Vigneti di Cantalupo e il Ghemme Docg di Torraccia del Piantavigna. Vicino a Ghemme, ma con una diversa storia geologica, troviamo Gattinara. Anche in questi territori la coltivazione della vite risale all’epoca degli antichi Romani e si è tramandata nei secoli fino ai giorni nostri. La zona si trova ai piedi dell’imponente catena del Monte Rosa ed è caratterizzata da rocce generate dalle eruzioni di un antico vulcano di grandi dimensioni.
I vigneti si estendono su una superficie di circa 90 ettari e sono coltivati su suoli caratterizzati da porfidi, graniti e da rocce dal colore rossastro, ricche di componenti ferrose. Si tratta di terreni rocciosi, poveri di sostanze organiche, ricchi di minerali e caratterizzati da un ph acido. Il nebbiolo di Gattinara si distingue per austerità, eleganza, mineralità e grande longevità. Tra i vini più interessanti il Gattinara Valferana Docg, il Gattinara Molsino Docg della Cantina Nervi, il Gattinara Tre Vigne Docg, il Gattinara Riserva Docg di Travaglini e il Gattinara Osso San Grato Docg e il Gattinara San Francesco Docg della Cantina Antoniolo. Sempre in Alto Piemonte, troviamo ottime bottiglie di nebbiolo a Boca, Fara, Sizzano, Lessona e Bramatarra. Ricordiamo il Boca Doc della Cantina Vallana e il Lessona Omaggio a Quintino Sella delle Tenute Sella.
Carema
Sempre in Piemonte, ma quasi al confine con la Valle d’Aosta troviamo un’altra zona che può vantare una tradizione millenaria nella coltivazione della vite e produzione di vino. Carema, con i suoi splendidi vigneti, vale un viaggio solo per la bellezza scenografica del luogo. Il paesaggio è unico e suggestivo. Le vigne sono coltivate su terrazzamenti che salgono sulla parete della montagna con muri a secco, sovrastati da pilastri in pietra che sostengono i graticci sui cui si arrampica la vite. Una struttura a pergola, in cui le pietre svolgono l’importante funzione di accumulare il calore durante le ore di sole per poi restituirlo di notte, mitigando le forti escursioni termiche. I vigneti, infatti, sono coltivati fino a 600/700 metri d’altitudine. Il nebbiolo di Carema è corposo, vellutato e di grande longevità. Molto interessanti il Carema Riserva Doc e il Carema Selezione Doc della Cantina Produttori Nebbiolo di Carema e il Carema Etichetta Nera Doc di Ferrando.
Donnas e Arnad Montjovet
Se da Carema saliamo verso la Valle d’Aosta arriviamo a Donnas e Arnad Montjovet. Qui il nebbiolo viene chiamato picoutener e viene coltivato su terrazzamenti, che salgono sul versante della montagna. Si tratta di una viticoltura eroica, che ha origini molto antiche. I vini di questa zona, esprimono tutte le caratteristiche minerali del territorio con un corpo di grande eleganza e freschezza. La Caves de Cooperatives de Donnas produce il Valle d’Aosta Donnas Napoléon Doc e il Valle d’Aosta Donnas Supérieur Vieilles Vignes, realizzato con uve leggermente appasite, che rendono il bouquet ricco e armonioso. Tra i vini prodotti ad Arnad Montjovet, segnaliamo il Valle d’Aosta Arnad Montjovet Doc di Dino Bonin e il Valle d’Aosta Arnad-Montjovet Superieur Doc della Cooperativa la Kiura.
Valtellina
Restiamo in montagna, ma ci spostiamo in Valtellina. Sul versante della valle, esposto a mezzogiorno, da secoli si coltiva il nebbiolo, che qui prende il nome di chiavennasca. I terreni sono rocciosi e coltivati in forte pendenza. L’irradiazione solare, soprattutto nelle sottozone Inferno e Sassella dona ai vini potenza e concentrazione e le buone escursioni termiche garantiscono profili aromatici intensi ed eleganti. Molto interessanti il Valtellina Superiore Sassella Vigna Regina Docg, il Valtellina Superiore Sassella Ultimi Raggi Docg e Valtellina Superiore Inferno Fiamme Antiche Docg di Arpepe, cosi come il Valtellina Superiore Inferno Riserva Docg e il Valtellina Superiore Sassella Riserva Docg della Cantina Rainoldi. In Valtellina, con l’uva chiavennasca appassita nei fruttai, si produce anche il famoso sforzato, un vino intenso, strutturato e sontuoso. Di grande prestigio lo Sforzato di Valtellina 5 Stelle Docg di Nino Negri e lo Sforzato di Valtellina Fruttaio Ca’ Rizzieri Docg della Cantina Rainoldi.
Sardegna
Infine, facciamo un salto in Sardegna, per la precisione a Luras, in Gallura, non lontano da Tempio Pausania. Qui il nebbiolo perde una “b” e diventa nebiolo. Il vitigno arriva in Sardegna nell’Ottocento, durante la dominazione piemontese. II territorio di Luras, con colline di 400/500 metri di altitudine caratterizzate da suoli composti da graniti argille, il clima soleggiato, ventoso, con presenza di nebbie, costituiscono un terroir ideale per il nobile vitigno piemontese. E’ un nebbiolo particolare, mediterraneo, austero, caldo e avvolgente. Da provare il Colli del Limbara Karana I.G.T. il Colli del Limbara Dolmen I.G.T. della Cantina di Gallura e il Colli del Limbara Lunas I.G.T. della Cantina Muscazega.