L’Italia per poter recuperare la leadership di primo fornitore in America deve puntare in principal modo sulle etichette premium con un prezzo superiore ai 20 dollari a bottiglia. Questo e’ quanto emerge da un’attenta analisi effettuata da Nomisma.
A quanto pare gli Stati Uniti ricoprono la prima posizione di mercato principale di consumo di vino al mondo e non solo, ma gli americani puntano più sulla qualità del prodotto che sulla quantità.
Secondo Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor Nomisma, negli ultimi 10 anni a questa parte nella grande mela, i consumi del vino sono aumentati del ben 28%, mentre per quanto riguardano le importazioni, c’e’ stato un incremento del 33%, insomma un dato non indifferente.
E ora sul quel mercato c’e’ in atto una tendenza vera e propria, ovvero ricercare solo ed esclusivamente vini di qualità. D’altronde il prezzo dei vini acquistati dall’America sono cresciuti, ma nonostante questo i consumatori hanno sempre puntato sulla qualità.
Tuttavia il nostro BelPaese potrebbe ideare una strategia vera e propria visto e considerato che gode di un’ottima reputazione tra i consumatori americani, i quali sono sempre più guidati da vini “fine”.
La domanda di qualità cresce sempre di più
I dati dell’indagine Wine monitor parlano abbastanza chiaro: L’Italia esporta negli Stati Uniti soprattutto vini bianchi che sono il 59% del totale – aggiunge Pantini -. Con ben il 41% di questa categoria che si colloca nella fascia di prezzo tre i 20 e i 25 dollari. Dal canto suo la Francia esporta per il 41% vini rossi per il 22% bianchi e per il 37% vini rosè. Segmento nel quale ricopre una posizione di quasi monopolio»..
Il vino deve essere di qualità
In questi ultimi anni con la grande recessione economica che e’ stata la principale protagonista della nostra Penisola, molti produttori hanno ribassato i prezzi dei loro vini. Ma questo discorso non può valere per il prodotto in questione.
Quindi la ricerca dell’efficienza deve passare in primis dallo sviluppo dei valori che a sua volta e’ strettamente correlato non solo al brand aziendale ma altresì al vino Made in Italy nel suo complesso. Proprio in virtù di quanto detto, il mercato americano rappresenta per i nostri prodotti una grande opportunità per crescere ancora di più anche perche’ c’e’ la nuova generazione, i millennials, i quali sono alla ricerca continua di specialità e al contempo stesso di una maggiore qualità dei prodotti.