In occasione della nuova edizione della Assemblies of the Member States of WIPO, il Consorzio vino Chianti raggiungerà Ginevra per rappresentare il Made in Italy. Insomma a pochi giorni dalla fine della vendemmia, a quanto pare è di nuovo in partenza.
Ma il Chianti non sarà solo, poichè diverse sono le denominazioni di origine enogastronomiche che presenzieranno a questo grande evento. Nella sede della World Intellectual Property Organization, si terranno fino all’11 ottobre molte assemblee, che coinvolgeranno delegati di tutto il mondo, naturalmente non mancherà la presenza del Ministero delle politiche Agricole e Forestali.
Domani il consorzio Chianti dovrà rappresentare la migliore cultura enogastronomica del nostro Paese verso il mondo valorizzando i nostri prodotti. Di sicuro non sarà un compito facile, visto che moltissime saranno le cantine di grande fama presenti.
Il Presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, spiega in un’intervista avvenuta qualche ora fa, che per l’azienda questo grande evento rappresenta un’altra occasione per mettere in risalto il loro vino, che ormai da moltissimi anni è l’oggetto di interesse per moltissimi appassionati.
Queste le sue parole: “ Ci permetterà di raccontare la nostra Denominazione in un nuovo palcoscenico mondiale. Proprio in un luogo dove da sempre si lavora per tutelare e proteggere l’ingegno e le creazioni degli uomini. La stessa tutela necessaria anche per ‘creazioni’ enogastronomiche come il nostro prodotto, conosciuto in tutto il mondo e per questo oggetto sempre di maggiore interesse“.
Vino Chianti: un po’ di storia
Secondo la tesi più accreditata, il termine “Chianti” deriva dal verbo latino “Clango”, che tradotto vuol dire “risuono”.Nel 1536 Girolamo Ballarmati realizzò la prima carta del territorio in cui veniva delimitata la zona Chianti. Si tratta di un luogo in cui dapprima si stanziarono gli Etruschi e poi successivamente i Romani, e secondo quanto appreso da una carta notarile dell’epoca, si produceva vino a partire dal 1398.
Ma dai documenti rilevati risulta però che il vino era di colore bianco, per cui noi ancora oggi non sappiamo quando cambiò colore e né conosciamo le caratteristiche organolettiche di quell’antico vino.
Sarà il granduca di Toscana, Cosimo III che porrà le basi per quelle che poi diventeranno due nostre grandi DOCG, ovvero il Chianti e il Chianti Classico.
Il successo del vino nel Chianti indusse così i produttori a chiamare il loro vino con lo stesso nome e ad imbottigliarlo nel fiasco impagliato. Ed è così che a tutela del vino realizzato nel Chianti un gruppo di produttori costituì il Consorzio.
Molti sono i personaggi legati al Chianti. Un esempio? Galileo Galilei, Machiavelli, Michelangelo, insomma tutti personaggi illustri, e allora la domanda è: come non potremmo amare il Chianti e il Chianti Classico se uomini di grande fame come quelli appena illustrati hanno apprezzato questo grande vino dalle mille sfaccettature?
Il loro successo è stato eclatante in passato, ma lo è ancora oggi aggiundicandosi vari vari per il miglior vino.