A dirlo sono cardiologi e ricercatori dell’università Campus Bio-Medico riuniti a Villa Boghese Roma per il congresso “Vino e salute, una tavola rotonda contro i falsi miti” organizzato da CT Consulting tenutosi il 2 ottobre scorso.
Il cardiologo Germano Di Sciascio ha affermato che:
“È meglio assumere una quantità moderata di alcol che non assumerlo per niente. Il vino in quantità moderata, in particolare, aiuta l’attività cardiovascolare“.
Il vino rosso e la cucina: gli effetti benefici
Il vino rosso, in particolare, è ricco di polifenoli ed i benfit per il cuore sono molteplici. Il professor Di Sciasio ha fatto l’esempio della cucina francese, che è una cucina ricca di grassi e nonostante questo i francesi hanno una bassa incidenza alle malattie cardiovascolari.
Il professore ha portato anche un secondo esempio: la cucina sarda. Come la francese, anche la sarda è ricca di grassi ma anche i sardi hanno una bassa incidenza alle malattie cardiovascolari e inoltre il territorio ha l’indice di longevità più alto al mondo.
Alla dieta mediterranea, particolarmente ricca di pesce in Sardegna, si aggiunge il cannonau. Questo vino rosso ha un contenuto di polifenoli
tre volte superiore rispetto alla media, polifenoli che svolgono un’ importante attività antiossidante. Il professor Di Sciascio spiega che i polifenoli riducono l’aggregazione piastrinica e favoriscono il funzionamento delle arterie, ma sviluppano anche un’azione antinfiammatoria e favoriscono il colesterolo buono contrastando quello cattivo.
“Tutti questi vantaggi esistono solo se parliamo di un consumo moderato di vino, se si eccede, invece, le conseguenze negative sono numerose“.
Vino e alimentazione: il dibattito scientifico rimane aperto
Secondo la dottoressa Manon Khazrai, docente del Corso di Laurea in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Umana al Bio Campus, sulle proprietà positive e negative del vino per la salute c’è ancora molto da studiare.
In base ad una ricerca scientifica effettuata su un campione di tremila soggetti da Regno Unito, USA e Olanda è emerso che il vino rosso facilita la diversificazione batterica del microbiota intestinale grazie agli effetti dei numerosi polifenoli dalle capacità antiossidanti e antinfiammatorie.
La dottoressa Khazrai ha evidenziato invece che (in una ricerca svolta nel Chianti dal 1998 al 2009 su un campione di 800 soggetti di età superiori o pari a 65 anni) il resveratrolo assunto attraverso la dieta in età adulta e avanzata è privo di potere antiossidante a antinfiammatorio.
La tecnologia applicata al settore enologico
L’Università Campus Bio-medico di Roma si focalizza anche sui più sofisticati strumenti tecnologici, come alcuni sensori elettronici per il settore enologico che sta testando l’ingegnere elettronico Marco Santonico, docente di Scienza Tecnologia Alimentare e Gestione in Filiera.
I test di laboratorio durati un anno e mezzo hanno analizzato un campione di vini bianchi e spumanti evidenziando che i sensori sono in grado di distinguere al 100% la differenza tra vini bianchi e rossi, e all’80% le varie tipologie di vino.
Secondo il professor Santonico, in futuro il sensore elettronico potrebbe essere inserito dentro i tappi per essere sempre in contatto con il vino durante il processo di invecchiamento. Si potrebbe inoltre conoscere in tempo reale cosa stia accadendo all’interno delle bottiglie e, magari direttamente da smartphone, capire quali bottiglie abbiano subito un’alterazione.
Amo la buona cucina e le tradizioni enogastronomiche italiane, per me vino e dessert non sono solo un contorno ma la parte più interessante del buon vivere.