Forse non tutti sanno cos’è la paniscia. Si tratta di un piatto tradizionale novarese. Veniva preparata d’abitudine nei mesi freddi dai poveri contadini quando lavoravano moltissimo . La paniscia non è da confondere con la panissa, in quest’ultimo caso si tratta di una ricetta tipica della provincia di Vercelli.
Si tratta di un risotto davvero speciale, arricchito con ingredienti tipici della cucina piemontese. Ma andiamo per gradi e iniziamo a illustrare gli ingredienti che occorrono per realizzare questa gustosa e ipercalorica pietanza.
Ingredienti:
- 320 gr di riso Carnaroli
- 500 gr di fagioli borlotti
- 200 gr di pomodorini
- 80 gr di carote
- 60 gr di sedano
- 300 gr di verza
- 50 gr di cotenna di suino
- 150 gr di ‘nduja
- 100 gr di mortadella di fegato
- 80 gr di lardo
- 120 gr di cipolle
- 60 gr di vino rosso
- 50 gr di burro
Preparazione
Partiamo dalla realizzazione del minestrone: tagliate la verza a listerelle, i pomodorini divideteli a metà, tagliate anche il sedano, le carote e la cotenna. Prendete una pentola dai bordi alti e versate questi ingredienti. Aggiungete l’acqua fino a coprire tutti quanti gli ingredienti e lasciate cuocere a fuoco dolce per circa 2 ore. Aggiungete anche il sale e il pepe.
Nel frattempo che cuociono le verdure dedicatevi al salame e alla mortadella di fegato. Togliete la pelle, tagliatela a tocchetti e poi con un foglio da cucina pulire il salame dallo strutto. Anche qui dovete tagliarlo a tocchetti.
A questo punto prendete una padella e versate il burro e la cipolla. Fatela appassire a fuoco lento. Versate il lardo, il salame e la mortadella. Fate cuocere per circa 5 minuti.
Unite il riso, fatelo tostare per qualche minuto e aggiungete un bicchiere di vino rosso. Fate sfumare il tutto e poi unite il riso nel tegame con le altre verdure. Man mano che evapora aggiungete il brodo, poi spegnete il fuoco e lasciate riposare per circa 3 minuti. La vostra paniscia è pronta per essere servita in tutta la sua bontà e squisitezza.
Quale vino abbinare?
Per questa pietanza ricca, dal sapore intenso e corposo, occorre accostare un vino fermo in modo da valorizzare il riso insieme alle verdure. Il vino Boca si sposa perfettamente con questo piatto illustre. Questo vino è caratterizzato da un colore rosso rubino intenso arricchito da sfumature di granato e violaceo, mentre l’odore è gradevole, persistente, impreziosito dal sentore di mammola.
Il Boca in bocca è sapido, armonico e asciutto, ma lascia trasparire anche qualche nota di melograno e frutti rossi.
Se avete intenzione di prendere in considerazione questa scelta, sappiate che occorre stappare la bottiglia almeno un’ora prima in modo tale da lasciarlo ossigenare un po’. Questo vino va servito ad una temperatura tra i 18° e i 20°.
Il Gattinara
E cosa dite invece del Gattinara? Si tratta di un altro buon vino rosso piemontese ma con il tempo il suo colore tende a sfumare verso un tono più chiaro e aranciato. Il suo profumo è raffinato, elegante e intenso tendente a sentori di fiori e spezie.
Ha un sapore asciutto ma deciso, gode di buona personalità e una volta gustato, in bocca lascia una scia leggermente amaricante.