L’Italia come il paese produttore che punta più di ogni altro al vino naturale. Si tratta di una vera e propria scelta, dettata da forti motivazioni, quella che convince l’Italia a perseguire la strada dell’organico, biodinamico, sostenibile e “naturale”, come viene spiegato in un articolo di Wine Intelligence. Tutto è partito dal cibo per poi giungere alle realtà dei vini italiani, con lo scopo di rendere il mercato crescente anche quando esso stesso presenta defezioni.
Il Corriere Vinicolo ha stilato dei dati secondo i quali nel 2016 gli ettari complessivi vitati, compresi quelli in conversione, sono saliti a 101.290, il 24% in più del 2015, e identificano oggi il 16% di tutti i vigneti italiani. Questi numeri descrivono un futuro in cui l’Italia presenta il più grande vigneto biologico del mondo, in seguito alla soddisfazione di essere già il più grande produttore nel settore degli alimenti biologici certificati.
Si tratta di una realtà ampia, variegata e, in fin dei conti, complicata, priva di norme precise riguardo al vino biologico. Questo, chiaramente, si traduce in un’incertezza relativa alla vera composizione del vino, che conduce il possibile consumatore aduna non piena verità sul vino che acquista. Il biologico è dunque spinto verso norme più rigide, che possano salvaguardare i produttori artigianali.
Così, in nome dei vini naturali, emergono sempre più eventi dedicati ai vini organici, da Vin Natur a Genova a Vini Veri a Verona, cosa che attira tutti quei consumatori che si avvicinano con attenzione a tutto ciò che risulta essere sostenibili per l’ambiente, formando veri e propri movimenti, fortemente riconosciuti.
Osservando tali fenomeni si può notare che tutto parte da giovani, sicuramente curiosi, e social. Installati nella categoria nature e poco vicini ai marchi, spendono oltre misura per i vini naturali. Questo spiega il perché degli ampi spazi dedicati ai vini naturali in ogni dove.