Parte oggi sino al 29 aprile la convention di primavera, un evento che avrà luogo a Noto (Siracusa) con il desiderio e la motivazione di affrontare le grandi tematiche legate ai territori a vocazione vitivinicola, muovendosi entro un sentiero che parte dall’enoturismo sino ad arrivare ai piani regolatori del Vino, passando per la promozione dei vitigni antichi e autoctoni con soste sulla riqualificazione ambientale. L’evento in maniera eccezionale vedrà la riunione dei sindaci delle 430 “Città del vino” italiane.
L’evento
L’associazione le Città del vino, nata a Siena nell’87 grazie all’idea di convergere di 39 sindaci, si ricompone per riproporre l’attenzione sul Testo unico del vino, verso cui si aspettano i decreti attuativi, e rispetto alle norme relative all’enoturismo approvate dall’emendamento alla legge di bilancio durante la precedente legislatura. La convention presenterà temi precisi come la costituzione di una regia unica e il riconoscimento delle “Città d’identità”, intese come la l’unione di territori vicini per una vocazione specifica (le Città del vino, le Città dell’olio, le Città del tartufo, del pane, dei muri dipinti, etc).
Le città del vino
Il tutto ha avuto inizio dalle Città del vino e dell’olio che si sono già mosse in virtù di un comune accordo capace di sviluppare un nuovo progetto che porti sollevi i territori più estesi.
Il presidente di Città del vino, Floriano Zambon, spiega che la scelta di collaborare più strettamente con le altre Città d’identità giunge in un tempo in cui il settore enoturistico appare più maturo e in continua crescita segni di maggior maturità e crescita. Ciò che crea instabilità è la situazione politica. La speranza risiede nella possibilità di un solido accordo di governo che rilanci il settore.
L’ultimo rapporto sull’enoturismo in Italia, curato da Città del Vino e Università di Salerno, mostra che il comparto evidenzia segnali molto positivi: oltre 14 milioni di accessi enoturistici in Italia e un giro d’affari di 2,5/3 miliardi di euro l’anno.