Federvini ( Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini) in una nota, mostra il suo disappunto per quel che concerne il decreto del Governo in merito alla promozione del vino sul mercato estero.
Questo è quanto dichiarato: “ Manca il decreto sull’Ocm Vino, mancano i bandi, mancano le decisioni sulle graduatorie dal 2016. Sulla promozione del vinoi taliano all’estero il governo si mostra latitante”: Federvini scuote in particolare il ministero delle Politiche agricole che “non ha messo l’Italia in condizione di utilizzare gli oltre 100 milioni di euro di risorse Ue destinate alla promozione del vino sui mercati terzi. Il tutto mentre i nostri principali competitor, Francia e Spagna, stanno efficacemente utilizzando le risorse Ue a loro destinate“.
I fondi previsti dall’Ocm per questo nuovo anno ruotano intorno ai 337 milioni di euro, ma quelli dedicati alla promozione del vino sono all’incirca 102 milioni di euro, di questi, il 30% sono per le iniziative nazionali, mentre il 70% per le iniziative regionali. Questo budget purtroppo è finito per via dei numerosi ricorsi che le imprese hanno dovuto affrontare, visto che non esiste ancora oggi un disciplinare chiaro per poter commercializzare i vini all’estero.
I produttori di vino sono ormai da due anni fermi per via dei ricorsi e burocrazia a differenza invece dei concorrenti. Infatti Spagna e Francia, sono pronti per una campagna d’inverno davvero molto produttiva, le imprese italiane invece si vedono limitate e per questa ragione che la Federvini chiede la rimozione immediata di questa discriminazione che coinvolge i nostri produttori.
Per le impresei che vogliono investire nella produzione di vino sul mercato extra UE, manca un quadro normativo più chiaro, e purtroppo senza questo non sarà possibile rilanciare le esportazione dei vini Made in Italy, in un contesto che vede la concorrenza sempre più agguerrita.
Per poter rendere uniche e distintive le nostre produzioni vitivinicole bisogna attuare un decreto quanto prima in maniera tale da riuscire a comunicare il patrimonio di varietà e qualità che contraddistingue i nostri prodotti da quelli esteri.