Siamo stati presso Redavalle, presso la cantina dell’Azienda Vinicola Losito & Guarini, dove abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere e intervistare Davide Guarini. Davide fa parte, insieme al fratello Renato, della quarta generazione di questa azienda famigliare, in attività ben dal 1910.
- Quali sono la storia e le origini di Losito e Guarini?
La nostra storia nasce dall’incontro di due famiglie di origini lombarde e pugliesi: la famiglia Guarini e la famiglia Losito. L’unione vera e propria avviene negli anni ‘60, ma è già al 1910 che risalgono le prime tracce di attività nel mondo vinicolo dei Losito. Io e mio fratello siamo entrati nella gestione dell’azienda agli inizi degli anni ‘90: io nel reparto commerciale/marketing e Renato nella produzione e nel controllo qualità. Entrare a far parte dell’azienda è stato del tutto naturale, perché fin da piccoli siamo stati inseriti nel mondo del vino. Nonostante i nostri genitori vedessero me più adatto alla produzione e mio fratello al commerciale, io e Renato abbiamo capito in fretta che le nostre indoli erano invece opposte e abbiamo finito per scambiarci i ruoli.
- C’è un vino a cui è più affezionato? E perché?
Il vino per me è innanzitutto una passione: fin da bambino ha fatto parte del mio mondo e della tradizione della mia famiglia. In questo periodo mi sono molto avvicinato alle Bollicine, che, tra l’altro, considero il vino del futuro. La bottiglia a cui sono invece più legato è sicuramente quella con il nome di mio padre, Luigi Guarini, nata per sua volontà. Inizialmente questo progetto non incontrava il sostegno di nessuno, perché non veniva capito e andava contro l’opinione di tutti. In realtà, la sua idea precorreva i tempi e prevedeva la direzione che effettivamente ha poi perso il mercato. Io e mio fratello, con grande orgoglio, siamo riusciti a portare avanti il suo sogno e a realizzarlo nel 2013.
- Nello stesso anno, avete realizzato anche le bottiglie della linea “C’era una volta”. Com’è nata l’idea di produrre delle bottiglie così particolari?
Circa 10-12 anni fa abbiamo ritrovato a casa dei nostri genitori delle bozze di disegno fatte da mio nonno Michele. I ricordi famigliari e il desiderio di riportare in vita i disegni del nonno rappresentanti lo stemma di famiglia ci hanno spinto a contattare delle vetrerie per richiedere la riproduzione della bozza su vetro. Dopo diversi tentativi, siamo riusciti nel nostro obiettivo con la realizzazione di uno stampo adatto alla produzione di un numero più elevato di bottiglie.
- Una storia molto affascinante. C’è un aneddoto legato a un vino in particolare di questa linea che volete raccontarci?
C’è una leggenda popolare legata al Sangue di Giuda che spiegherebbe la nascita di questo vino. La storia racconta che Giuda, dopo essersi tolto volontariamente la vita, era stato resuscitato dal Signore per compiere una bella azione che potesse riscattare il suo tradimento. Dopo numerosi tentativi di meritare il perdono di Dio, arrivò a Broni (nella provincia di Pavia). Qui, una terribile epidemia stava colpendo tutte le viti del circondario. I contadini erano ricorsi a tutti i metodi conosciuti per salvare le loro terre e si rivolsero anche al saggio del paese per sapere cosa fare. Questi rivelò una profezia che parlava di un uomo solo che avrebbe potuto sacrificarsi offendo il proprio sangue per salvare le viti dalla distruzione. Giuda, sentita questa profezia, decise di offrirsi come vittima: gli abitanti di Broni iniziarono a lodarlo e ringraziarlo, ma durante il sacrificio, il capo del villaggio incaricato al sacrificio venne interrotto da una forza superiore. Giuda si allontanò, pieno di amarezza, pensando che la sua offerta non fosse stata accolta da Dio. Appena fuori dal paese però, vide le viti rigogliose, cariche di grappoli maturi. Giuda era stato perdonato e il vino ottenuto da questi nuovi frutti, nati grazie alla sua offerta, venne chiamato Sangue di Giuda.
La nostra chiacchierata non poteva che concludersi con un bicchiere di C’era una Volta – Il Sangue di Giuda di Losito e Guarini. Un vino che abbiamo trovato dolce e intenso, con un retrogusto fruttato di frutti di bosco. Davvero ottimo! Se vi abbiamo incuriosito, provatelo!
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