Oggi conosciamo un pesce di mare che popola l’Atlantico settentrionale e il Mar Artico: l‘aringa. Protagonista di tante ricette esclusive, essa viene conservata sotto sale, affumicata e marinata. L’Italia non gode di una forte presenza di questo tipo di pesce, le sole specie presenti tuttavia sono quelle dell’aringa dorata, la più pregiata, salata e molto affumicata, quella argentata, salata e quella del Baltico o Bismarck, comunque in salamoia.
Pulire l’aringa
Quado parliamo di pesce sappiamo che prima di gustarlo, per forza di cose, dobbiamo vivere la fase dell’oculata pulizia. Per quanto riguarda l’aringa, dobbiamo spellarla, decapitarla e privarla delle spine aprendola lungo il dorso, così da mantenere i filoni di uova, particolarmente pregiati. Da qui possiamo ricavare dei filetti dissalati da immergere in acqua per mezza giornata con dell’aceto, aromatizzando con aglio, origano e peperoncino oppure con cipolla e prezzemolo tritati.
Le proprietà
Tra le caratteristiche generalmente note dei pesci vi sono le speciali proprietà nutritive che in natura posseggono. L’aringa si presenta come ricca di sali minerali, potassio, calcio e fosforo e vitamina A, ricca di proteine e quasi priva di lipidi. Quelli che le appartengono sono grassi polinsaturi, che consentono il mantenimento di un basso livello di trigliceridi, riducendo anche i livelli di colesterolo. Nonostante le buone caratteristiche dell’aringa, essa non si digerisce facilmente.
Conservazione
Al momento dell’acquisto è bene sceglierla seguendo le indicazioni che prevedono il corpo rigido e sodo, aspetto brillante, squame aderenti, branchie di colore rosa-rosso, occhio vivo e sporgente con la pupilla nera, non arrossata, odore delicato, gradevole, di mare. Bisogna fare molta attenzione alla conservazione dell’aringa, che essendo fresca, non può che essere estremamente delicata. É necessario dunque consumarla presto o conservarla in frigorifero massimo per 1-2 giorni, coperta molto attentamente con la pellicola alimentare oppure chiusa mediante un sacchetto da freezer.
Vino e aringa
L’abbinamento vino-pesce ci trasporta immediatamente verso una selezione di vini prodotti da uva bianca, che sembrano sposarsi meglio con il gusto dell’alimento.
Su questa linea scegliamo per l’aringa un vino bianco biodinamico fermo, proveniente dai vitigni delle Dolomiti. Un Alois Lageder, giallo brillante con riflessi verdi. Aroma fresco, ampio e delicato con note floreali, profumi di frutta esotica matura e ‘minerali’. Corpo persistente e strutturato, pieno al palato, equilibrato. Delicato, corposo con retrogusto di piacevole acidità