Che il vino biologico e biodinamico stia emergendo non è una novità. Neppure la rassegna Vinissage, giunta alla dodicesima edizione, lo è. Ciò che invece rappresenta una concreta innovazione è l’intreccio che tale rassegna della città di Asti ha intriso col vino biologico e biodinamico, rivelando quanto si sia visto lontano nell’intuizione di un’iniziativa che oggi parla di prodotti che tra il 2010 e il 2016 ha conosciuto il triplicare delle estensioni con un’incidenza del 7% del vino biologico sul totale. Crescono le aziende prestigiose della vitivinicoltura piemontese (da Ceretto a Fontanafredda, ndr) che scelgono di convertirsi dal tradizionale al biologico.
La rassegna
L’assessore all’Agricoltura della Regione, Giorgio Ferrero, astigiano, spiega che al tempo delle decisioni si trovò quasi per primo, dodici anni fa con la sua azienda. ad avallare l’idea del Vinissage che quest’anno si terrà il 19 e 20 maggio nei palazzi storici di Asti: Alfieri, Michelerio e Ottolenghi. Ci si aspetta che 80 vignaioli da tutta Italia pongano le basi di un’esperienza unica, intesa come una nuova tappa di evoluzione imposta dal mercato che intende appoggiare i vini biologici e biodinamici.
La peculiarità di questi vini è data dalla nascita che sperimentano, intesi come privi di pesticidi chimici di sintesi, cosa che aumenta il vigore dei microorganismi che sono la parte vivente della sostanza organica. Le uve prodotte da questi vigneti non sono altro che la concretezza palpabile del terroir. Inoltre, il fatto che si escludano i fertilizzanti, reca un contenimento della resa e, dunque, un miglior profilo organolettico.
Il vino biologico
Ad oggi, agli occhi degli esperti, il vino biologico si presenta come di qualità estremamente superiore. In Europa questa vitivinicoltura è cresciuta del 295% e del 280% nel mondo tra il 2004 e il 2015. Secondo i dati diffusi a Verona da Federbio, l’Europa, detiene il primato sia per la maggior superficie vitata bio del mondo (293 mila ettari, pari all’88% della superficie globale) sia per l’incidenza delle superfici vitate bio sul totale: oltre il 7% nel 2015 a fronte di una quota mondiale inferiore al 5%.
Il metodo biologico, sempre secondo i dati di Federbio, contraddistingue l’Italia, con circa 83 mila ettari di vigneti coltivati, pari all’11,9% sul totale della vite coltivata, parliamo, cioè 332.000 ettari, che tradotto in termini concreti descrive la percentuale migliore in Europa.
In Piemonte i numeri sono variati da 900 ettari bio coltivati nel 2010 ai 2.845 ettari del 2016, il 7% di fronte alla superficie totale dei 42.195 ettari coltivati a vigneto.