“Il vino non ha sesso” e anzi, come abbiamo spesso ribadito nel corso delle ultime settimane, le donne del vino sono in continuo aumento, anche se non mancano dei fattori di criticità. Lo rivelano i risultati di un sondaggio dell’Osservatorio “Donne e Vino” della Luiss, con 1200 interviste a consumatrici di vini nel nostro Paese, che è servito a fare il punto su questo binomio.
Donne del vino, ancora molte barriere
Come sottolinea Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’Associazione “Donne del vino”, le titolari di aziende vitivinicole rappresentano il 28% del mondo produttivo, e possono vantare nazionale titoli di studio più alti, maggiore propensione alla qualità e alle viticoltura ecosostenibile rispetto alla media nazionale. Ad esempio, producono Doc e Docg nel 68% dei casi rispetto alla media del 38%. Tuttavia, nonostante questi numeri in crescita, che si legano agli aumenti di donne che consumano vino, si continua a segnalare la presenza di barriere, a cominciare da quella linguistica, che si verifica sia nella comprensione dei riti della degustazione delle bevande, sia nel riconoscimento del ruolo professionale.
Donne e vino, ostacoli linguistici
Proprio su questi ultimi aspetti punta il dito Cecilia Robustelli, linguista dell’Università di Modena e Reggio Emilia nonché consulente del Miur e dell’Accademia della Crusca, che sintetizza: “Se non mi nomini non esisto, perciò importante la coniugazione di genere delle professioni di sommeliera e viticoltrice“, anche quando suona strano. “Coniugare i nomi significa accettare il genere femminile in certe professioni. E dovremo abituarci in fretta”, invita l’esperta.
Le scelte delle donne del vino
Il sondaggio, poi, rivela come ancora sia preponderante in Italia il ruolo degli uomini quando si tratta di scegliere il vino, anche e soprattutto in caso di uscite di gruppo. Diversa la situazione delle coppie, dove nel 34% delle circostanze è proprio la signora a decidere la bottiglia da consumare: tra le tipologie preferite, allora, si segnalano i vini bianchi, spumanti compresi, con un particolare riguardo alle produzioni biologiche e biodinamiche, nonché al prezzo. È Gabriele Micozzi, docente di Marketing della Luiss Business School, a sottolineare come le “consumatrici di vino si dichiarino fortemente consapevoli nell’atto di acquisto” e a rivelare che nella gran parte dei casi ordinano un vino che già conoscono.
Le tendenze delle donne col vino
Eppure, quasi la metà delle signore intervistate svela una forte la curiosità a esplorare il mondo del vino, e un 66% dichiara interesse per il territorio di origine e per i vitigni autoctoni. In sintesi, allora, le donne scelgono il vino in base alla storia dell’azienda produttrice o del singolo produttore, ma anche al territorio; per informarsi, poi, le enoappassionate usano il passaparola, ma tengono d’occhio anche siti di informazione e blog sul web, mentre reputano meno credibili i giudizi delle guide di settore.
Il sessismo nel vino
Dicevamo delle barriere che le donne del vino continuano a incontrare: è ancora Donatella Cinelli Colombini a evidenziare come in particolare il sessismo sia “superiore alle aspettative e c’è ancora tanto da fare per raggiungere una reale parità di genere”. Nel comparto enologico, infatti, tutto sembra “a misura d’uomo“, come lamentato dalle associate, che snocciolano i numeri a sostegno della tesi: le produttrici esportano molto e il 52% ricava oltre la metà del proprio business nei mercati esteri, ma questa dimensione global non trova riflessi in busta paga, visto che nel 63% dei casi le enotecare e le sommelier di enoteche sono certe (o almeno sospettano) di guadagnare meno dei colleghi maschi.
Altri passi in avanti
La presidente di “Donne del vino”, associazione nata nel 1988 per promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino rileva ancora come su due punti specifici ci sia un’assoluta omogeneità di vedute tra le oltre 700 iscritte: “sul ruolo delle donne nel mondo del vino le cose vanno meglio, ma non bene e c’è ancora tanto da fare per raggiungere una reale parità di genere. Inoltre, le donne prendono esempio da altre donne assumendole come modelli (82%) elemento quest’ultimo da non sottostimare perché le recenti indagini di Wine Economics sulle donne del vino australiane hanno invece rivelato la propensione del settore femminile del vino a conformarsi a comportamenti professionali e sociali maschili adattandosi a un ambito che le vede in netta minoranza”.
Un brindisi speciale per la festa della donna 2017
E così, per diffondere a livello nazionale le “quote rosa”, l’associazione ha organizzato per il prossimo 4 marzo un evento diffuso in tutto il Paese con appuntamenti nelle cantine, enoteche e ristoranti, il primo” evento nazionale dedicato alla cultura del vino al femminile e segna l’inizio della Festa della Donna 2017“, con un palinsesto “ricco di suggestioni e curiosità con al centro bottiglie di vino di eccezionale qualità”, come spiega Donatella Cinelli Colombini. Invito rivolto non solo alle wine lovers, ma a tutti gli appassionati che vedono nel vino un elemento di cultura e socialità.
fonte immagine: donnedelvino.it